Il VENAFRO PALACE HOTEL si trova a Venafro, nella regione Molise, in provincia d’Isernia, ampliato e trasformato in un modernissimo albergo di Categoria 4 Stelle. Venafro, cittadina storica delle guerre puniche, porta d’ingresso del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Un hotel progettato per offrire comfort, funzionalità e relax ai suoi clienti.

Tra verdi vallate e rigogliosi uliveti, a pochi minuti dal centro storico di Venafro, in provincia d’Isernia, nella regione Molise, sorge il Venafro Palace Hotel. Un albergo di prima categoria. E’ facilmente raggiungibile dall’Autostrada del Sole (uscita S.Vittore da Roma e Caianello da Napoli). Il Venafro Palace Hotel è il luogo ideale per chi ama gli sport invernali. Per convegni, riunioni d’affari o meeting sono disponibili sale attrezzate. Il servizio catering per l’attività convegnistica rende elegante qualsiasi evento. Splendide passeggiate nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, o nei paesini circostanti, trasformano il tempo libero in piacevoli momenti da ricordare. Per gli appassionati della neve, a soli 40 km, dista la famosa Roccaraso, bella da vivere sia in estate che in inverno. Per gli amanti del golf, a circa 7 km, è situato il ‘Varvarusa Golf Club’, con le sue nove buche e campo pratica.

VENAFRO

 

La fondazione di Venafro viene attribuita a Diomede che, giunto sulle coste della Puglia dopo la caduta di Troia, si inoltrò all’interno fondando sparsi insediamenti colonici, che nei secoli successivi diedero luogo al formarsi dei vici, dai quali derivò una formazione urbana attribuibile ai Sanniti, che nel V secolo occuparono entrambe le sponde del medio e alto Volturno.

Molto si è dissertato sul significato del nome Venafro, derivante dai due lemmi venus, con cui i Sanniti indicavano la bellezza della natura, e frif, per denominare le messi. Da ciò si deduce che l’appellativo possa derivare dall’unione semantica delle due voci per indicare la feracità del luogo, infatti, sarà proprio la fertilità del suolo a renderla rinomata in epoca romana.

Nel 290 a.C., dopo la battaglia di Aquilonia, Venafro passò sotto il controllo di Roma. L’avvento dei romani segnò l’inizio di una radicale trasformazione della sua economia agricola, come conseguenza della nuova distribuzione della proprietà terriera.
Nel 59 a.C. a Venafro fu istituita la Colonia Julia, determinando un incremento della popolazione e l’inizio di uno sviluppo edilizio e monumentale. La dissoluzione dell’Impero d’Occidente segnò il declino anche di questa città, la cui storia si perde nel buio delle invasioni barbariche.

Nell’anno 595 Venafro subì l’invasione dei Longobardi. Dopo le prime efferatezze, trovarono una pacifica convivenza con la popolazione indigena anche se non furono in grado di difendere la città dalle aggressioni dei Saraceni che la costrinsero a fortificarsi sul colle S.Angelo, dove ora sorge il castello.

Cacciati i Saraceni dall’Italia, Venafro si giovò della rinascita dei due grandi monasteri limitrofi di Montecassino e San Vincenzo al Volturno, i monaci dei quali, beneficiando delle donazioni di terre che ricevevano dalla nobiltà longobarda, le bonificarono e vi introdussero nuovi sistemi di conduzione vassallatica; la città, intanto, era oggetto di cure da parte dei conti della dinastia principesca di Capua.

Il secolo XVI costituisce per Venafro un momento di crescita demografica con l’aumento della popolazione che portò alla formazione del cosiddetto Borgo. Sette secoli di soggezione feudale non potevano influire negativamente sull’economia e sulla struttura sociale della città condizionata anche dalle guerre che afflissero il Regno di Napoli.
Una situazione di rinascita si ebbe con la conquista del Regno di Napoli da parte di Carlo III di Borbone nel 1734, periodo in cui, a Venafro, si andò formando una borghesia illuminata che trovò spazio e respiro con il riformismo di Federico II, assumendo l’amministrazione della città e consolidando negli anni che seguirono alla detronizzazione dei Borboni, con la costituzione dell’Unità d’Italia.

 

 

***La società ha ricevuto benefici rientranti nel regime degli aiuti di stato e nel regime ‘de minimis’, per i quali sussiste l’obbligo di pubblicazione nel Registro Nazionale degli Aiuti di Stato di cui all’art.52 della legge n.234/2012 . Gli aiuti sono stati i seguenti:

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